Lettera sull’attualità del romanzo storico

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Cara amica,

ti sei domandata spesso se il romanzo storico abbia sempre una sua attualità. Qualche mese fa mi sono imbattuta nella ristampa di una delle perle di Laura Di Falco, donna di straordinaria tempra che, grazie a Verbavolant, torna oggi negli scaffali delle librerie. Direi che è un bell’esempio di longevità del genere storico, non trovi?

Ti riporto qui un mio pezzetto uscito in versione ridotta sulle pagine de “La Repubblica” (edizione di Palermo) il 21 settembre 2014 (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/09/21/un-nobile-e-tre-mogli-altra-perla-della-di-falcoPalermo08.html?ref=search)

Uscito da Rizzoli nel ‘67 Le tre mogli è un romanzo potente e, grazie a Verbavolant, si pone oggi nel filone del romanzo postunitario che vive una nuova giovinezza.

Vecchi privilegi e afflato alla modernità s’intrecciano sullo sfondo della vicenda di Ferdinando Rivasecca, nobile rampollo entrato in convento per di una menomazione fisica, che si dedica all’affermazione di sé e alla conquista dell’identità. Ambiguo e spregiudicato, lega a sé Diomira, Giulietta e Ofelia, mosse tutte da una diversa idea di rivalsa sul mondo.

Nata a Canicattini Bagni nel 1910, la Di Falco (pseudonimo di Anna Lucia Carpinteri), insofferente alle chiusure di un ambiente bigotto che trasferì nella sua produzione, è tra i tanti che lasciò la terra d’origine per guardarla da lontano e renderla metafora di lacerazioni personali e universali. Dalla Sicilia a Pisa e poi a Roma, sotto l’ala dei più grandi scrittori, la scrittrice si affermò come una delle voci più originali del tempo e, con i suoi otto romanzi (L’inferriata uscito da Rizzoli nel 1976 e che gli valse la finale al Premio Strega, è ripubblicato da Verbavolant), diede vita a una nuova dimensione femminile della narrativa.

Devotamente

EE.

 

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